Il collo del piede è la caratteristica curvatura del dorso del piede ed è una dote fisica molto apprezzata nell'ambiente della danza in quanto conferisce armonia al piede in estensione, prolungando la linea della gamba. Al collo del piede di un ballerino è infatti affidato un ruolo sia estetico sia funzionale. Il piede di un ballerino deve essere una struttura vigorosa, forte, rapida e stabile; particolarmente precisa e sensibile. Ma dato che l'occhio pretende la sua parte, deve essere anche "bello" da vedere, non si può negare. Tutti coloro, che fanno dell'arte tersicorea la loro vita, danzatori maschi inclusi, sognano piedi come quelli di étoiles del calibro di Svetlana Zakharova, Alessandra Ferri, Sylvie Guillem, Roberto Bolle. Sono questi i modelli estetici che si stanno imponendo tra i giovani ballerini che indubbiamente hanno di natura delle doti fisiche eccezionali. Il collo del piede è una dote di natura? Sì? No? Di certo con un esercizio serio e costante si possono ottenere grandi miglioramenti. Bisogna tuttavia distinguere un "bel piede" da un "buon piede". Avere semplicemente dei bei piedi arcuati, con un collo alto, ci farà forse vincere uno di quei contest "miglior collo del piede" (ho visto che sono molto di moda su Facebook) ma non potremmo dare per scontato che questi piedi abbiano la forza e la preparazione sufficienti per un lavoro in punta. Il buon piede invece è quello equilibrato, con una caviglia dotata, ma con una muscolatura forte a livello della gamba e del piede stesso. Il piede bel "lavorato" si raggiunge dopo anni di studio, con una preparazione in mezza punta e con l'utilizzo di esercizi mirati, come i relevés, che rafforzano e danno stabilità anche alla caviglia.
Punta quel piede!
Con le sue 26 ossa, 33 articolazioni e 20 muscoli, il piede è un capolavoro unico di architettura. Il piede si articola grazie all’articolazione tibio-astragalica, formando la regione anatomica definita caviglia. In questa si distingue un malleolo esterno e uno interno dietro ai quali decorrono i più importanti muscoli per eseguire la punta: il tibiale posteriore, il flessore lungo delle dita e dell’alluce, i peronei lungo e breve. Il “collo del piede” si forma infatti dalla rotazione dell’astragalo a livello dell’articolazione tibio-astragalica la cui capacità di movimento può però essere limitata dalla presenza di ostacoli anatomici (presenza di un os trigonum, processo di Stieda) o da processi infiammatori. Risulta quindi chiaro che la capacità di “puntare” dipende innanzi tutto dalla caviglia. Ecco perché al New York City Ballet non dicono "punta il piede" ma "punta la caviglia". Alla sensazione fissa di trazione e di avvicinamento del tallone al polpaccio, che serve per forzare al massimo l’estensione della caviglia, si deve contrapporre un allungamento e una tensione della parte anteriore e superiore del piede e delle dita nella direzione della gamba, che servono a rendere l’idea del prolungamento dell’arto nello spazio e quindi dare il giusto significato alla posizione della gamba rispetto al resto del corpo.
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